IL SASSAFONO
Mentre aspetto in piazza del Popolo, mi si avvicina un uomo, un nonno dei
fiori, capelli brizzolati, arrufatti, lunghi, ricadenti sulla fronte sul
colletto di un giaccone da marinaio.
''Lei suona il sassofono?'' mi chiede l 'uomo con un accento simil americano.
''No'' rispondo.
''Nemmeno io'' disse e si allontana trascinando i piedi in scarpe, strette, che, per ridurre la pressione delle dita, erano state tagliuzzate perpendicolarmente alla suola.
Cinque minuti dopo lo vedo vicino alla fontana, aprire un astuccio, tirar fuori un sassofono, e mettersi a suonare una triste marcetta, composta di due sole note, imparate chissà quando e come.
''Lei suona il sassofono?'' mi chiede l 'uomo con un accento simil americano.
''No'' rispondo.
''Nemmeno io'' disse e si allontana trascinando i piedi in scarpe, strette, che, per ridurre la pressione delle dita, erano state tagliuzzate perpendicolarmente alla suola.
Cinque minuti dopo lo vedo vicino alla fontana, aprire un astuccio, tirar fuori un sassofono, e mettersi a suonare una triste marcetta, composta di due sole note, imparate chissà quando e come.
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